Temple Of Blood – Overlord

Sono passati tre anni da quando ho recensito l’album di debutto dei Temple Of Blood – Prepare For The Judgment Of Mankind, ed è bello vedere finalmente una seconda uscita di questa talentuosa band speed metal statunitense.

Gli Overlord continuano esattamente da dove si erano interrotti: speed/thrash melodico con ritmi veloci e aggressivi, riff di chitarra altamente melodici e sofisticati, brillanti solisti melodici e grandi voci melodiche acute per gentile concessione del chitarrista/cantante e autore principale Jim Mullis.

Ricordando alcuni dei primi annientatori insieme a band classiche come Intruder e Attacker, la band va dritta per un numero veloce chiamato Behind The Inverted Star. Grandi riff e una struttura un po’ complessa, musicalmente non differisce dal primo materiale della band – le capacità di scrittura di Mullis sono state ovviamente affinate ben prima che questi due album fossero pubblicati, e rimane uno scrittore acuto e di talento.

Summon The Accused rallenta un po’ le cose e cerca un po’ più di un classico power metal americano degli anni ’80 con alcune melodie degli Iron Maiden inserite per buona misura. Mullis ci fornisce alcune delle sue migliori voci, e il resto della band fornisce un eccellente supporto con un forte lavoro ritmico.

Lo mantengono interessante man mano che le cose procedono, dalla sensazione più progressiva e in qualche modo doom di Black Day Of Execution, con la sua sezione centrale di chitarra pulita e un’atmosfera piuttosto depressiva, a thrash implacabili come il numero successivo – Pawn Of The Liar, che fornisce alcuni grandi lavori di doppia chitarra della band.
Una cosa che fa sentire meglio del primo album è il suono, ancora chiaro e croccante, sembra un po’ più grande e aggiunge un po’ di profondità necessaria al lavoro di chitarra e batteria.

Un grande vantaggio per noi è una cover che la band fa del brano classico dei Forbidden – Forbidden Evil, tratto dal loro debutto – uno dei miei album thrash preferiti di tutti i tempi. Lo mantengono simile all’originale, ma aggiunge sicuramente la propria firma, visibile principalmente nella consegna vocale di Mullis e un po’ più di velocità sui riff.

Sebbene i testi della band e il tema generale rimangano incisi nei temi cristiani, si astengono ancora una volta dall’esagerare nelle canzoni stesse, non risultando così predicatori, i testi suonano piuttosto come allegorie oscure e un po ‘mistiche relative al giorno del giudizio e alla fine del mondo. – non un tema insolito tra le band metal…

Vecchia scuola e soddisfacente, questa è facilmente una delle migliori band di velocità attuali che operano oggi nella scena statunitense, combinando un’elevata capacità tecnica insieme all’aggressività pur mantenendo una solida presa sulla melodia. Sicuramente un altro pollice in su per questa grande band.

Voto
7.5/10

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