Sulphur – Thorns of Existence

Sulphur – Thorns of Existence

Sebbene provengano dalla fredda scena black metal nordica, i Sulphur’s Thorns of Existence possono essere facilmente collocati ai margini della scena death metal dell’Europa centrale. Non c’è da preoccuparsi, i Sulphur sono senza dubbio una band black metal, ma il loro secondo album non è solo grind machine senza fine e la fredda atmosfera della foresta nordica piena di corvi e streghe. Puoi facilmente sentire che le influenze della band non sono basate su Immortal e Emperor. Posso riconoscere aspetti del Behemoth polacco o Vader tra gli altri in questo disco. È un bel look fresco per il black metal.

Inoltre, è bello vedere una band black metal norvegese che non dichiara la vernice cadavere come un segno di nascita sui loro volti che impiegano teste di capra decapitate. Per quanto riguarda il definirsi black metal progressivo, penso che ne siano all’altezza.

Le canzoni dell’album sono piuttosto complesse per quanto riguarda il black metal progressivo. Non è come il black metal Cynic o il materiale sovraccarico che Mayhem emette ogni tanto, ma il fatto che non siano quaranta minuti di macinatura senza fine con qualche sintetizzatore ha suscitato il mio interesse. E poi ho capito che c’è di più. La band suona tutti i tipi di riff da Fear Factory a Israeli Orphaned Land, tutto sotto l’ombrello della miccia black metal.

Quindi sì, non mettere questo disco come musica di sottofondo per la tua colazione domenicale con la nonna…

Sulphur è stata fondata con il nome “Taakeriket” a metà degli anni novanta. Nel 1997 sono usciti dalla rete per alcuni anni. Dopo alcuni cambi di formazione, la band è riuscita a pubblicare un demo che gli ha procurato un accordo con la francese Osmose Productions. Nel 2007 la band pubblicò il loro primo album, ma durante la registrazione di “Thorns…” i due si separarono, e Sulphur si ritrovò a firmare con la Dark Essence Records.

È significativo che i membri della band non siano estranei allo studio. Questo album è ben registrato e le armonie tra gli strumenti sono perfette. Il tempismo è tutto e Sulphur ce l’ha. La sequenza dell’album è un altro problema che ho tenuto a mente. È costruito in un modo che ti afferra per le palle, ma ti lascerà respirare quando non hai abbastanza forza nella tua voce per gridare aiuto in modo da non annoiarti mai troppo.

Voto
7.0/10