La band doom/death metal spagnola SOLNEGRE ha pubblicato un nuovo mini-EP, intitolato “Annihilation Of The Self”. Composto da un’intro ricca di significato, “The Paradox” e da un’enorme title-track di 22 minuti, “Annihilation Of The Self” rientra automaticamente nella categoria “Capolavori Death/Doom Metal”. I fan del genere adoreranno infatti non solo le melodie malinconiche, ma anche la progressione inesorabile ma descrittiva della canzone.
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Con i suoi riff schiaccianti e l’atmosfera opprimente, “Annihilation Of The Self” approfondisce i regni oppressivi delle sette, il controllo mentale, la cancellazione della propria identità, l’autoaccettazione della dipendenza e della negazione dell’identità personale da esse operati. Parallelamente alla massiccia lunghezza, la narrazione si rivela ricca di sfumature, mentre la profondità narrativa e la complessità richiamano opere come “Crimson” degli Edge of Sanity, “Black Rose Immortal” degli Opeth, tra le altre.
“Ciò che stai per ascoltare è il riflesso di un viaggio attraverso gli angoli più oscuri dell’influenza e del controllo umano. Nel corso degli anni, ho navigato silenziosamente tra i confini di assemblee simili a culti, dove i pensieri individuali erano sommersi sotto la marea di una volontà collettiva, un bene più grande per cui lottare; e questo ha plasmato profondamente la mia comprensione della libertà e dell’identità personale.
I leader erano invariabilmente magnetici e minacciosi e sfruttavano tutte le possibili vulnerabilità, creando una narrazione che rendesse la dipendenza uguale al successo e all’appartenenza. La cancellazione di sé non è stata solo imposta ma anche abbracciata. Il numero di miserabili atti di manipolazione a cui ho assistito è innumerevole, e stare come osservatore silenzioso è stato allo stesso tempo scoraggiante e illuminante. Ciò mi ha spesso riempito di un profondo senso di malinconia e disperazione.
Il testo, le melodie, la pressione schiacciante e il senso di cataclisma imminente in “Annihilation Of The Self” esplorano questo paradosso, dove la perdita dell’identità personale si intreccia con un senso perverso ma dolce di superiorità, appartenenza e scopo.
Questa traccia, preceduta da un’introduzione sognante e inquietante chiamata “The Paradox”, è un’ode alle ombre dove alcuni trovano conforto. Scava nella psiche di coloro che, per paura, disperazione o disillusione, arrivano a preferire e infine ad amare le catene del controllo assoluto alle incertezze e alle avventure dell’autodeterminazione.
Attraverso una rappresentazione del mio viaggio e di coloro che osservano intorno a me, questa imponente canzone di 22 minuti offre una cupa riflessione sulla (già) miserabile condizione umana, così come sulla contraddizione di desiderare il proprio dominio e infine sprecare la propria vita.” – Gebre
Estratto narrativo iniziale dal famigerato “Exit Tapes” di “TLLODY” (RIP). Assoli di chitarra di Carolina Martin. Tecnica vocale e registrazione di Nico Beninato presso Kimera Recordings. Mixato e masterizzato da Toni Salvà al Diorama Sound. Artwork di Disturbing Grace Design.