Simone Carnaghi è un polistrumentista (basso/chitarra/batteria), compositore/arrangiatore, nonché docente di basso, batteria, chitarra e musica d’insieme con esperienza di insegnamento pluriennale (dal lontano 2006). La sua grande passione per la composizione iniziò prestissimo e dopo le prime varie demo a inizio 2000, nel 2011, venne pubblicato il suo primo album da polistrumentista intitolato “Slender Hopes” .
Questo progetto era piuttosto diverso dalle attuali composizioni di Simone per i suoi album “It Will Last”, tuttavia fu una grande fonte di ispirazione e l’inizio di un percorso ambizioso da un punto di vista musicale, volendosi occupare da subito in totale autonomia di tutte le composizioni, registrazioni strumenti e non solo.
“Mankind”, la sua nuova release, è un album di 11 tracce. Circa 57 minuti di musica che filano lisci come l’olio grazie ad ottimi ingredienti che fanno di questa proposta un progetto appetibile e alla portata di tutti gli amanti del genere Alternative Metal.
Un disco dove ogni dettaglio esalta alla massima potenza ogni singola traccia, lasciando da parte ogni dubbio sulla vena artistica di Simone. “Mankind”, suonano calde, corposo e accattivante, con qualche divagazione sul tema che rende l’ascolto ancora più interessante, proponendo di fatto, uno stile semplice, senza artefatti, quasi imbarazzante per la semplicità con cui si manifesta.
Il disco osa quel tanto che basta per non finire nella miriade di lavori (anche buoni) scontati e mai più considerati. Durante l’ascolto, si possono apprezzare tutta una serie di piccole finezze, ed arrangiamenti piuttosto raffinati. Ancora una volta un lampo di genio su un panorama musicale troppo spesso banale e scontato.