Il progetto Jack Brain nasce nel 2016 da un’idea del polistrumentista calabrese Giacomo Casile, con l’intento di rielaborare le sonorità alternative degli anni 90 in maniera personale. Negli anni poi si evolverà nutrendosi di nuove contaminazioni e generi, attingendo anche da ambiti jazz, post punk e industrial. Vengono così pubblicati, a partire dal 2017, sette album che rappresentano diverse sfaccettature della personalità dell’autore; dal lato intimista e malinconico del debutto “Epic Spleen” alla controparte energica e determinata di “The seeker” fino a quella riflessiva e sognante di “Jack Brain”. “Shadow archetype” è il nuovo album e rappresenta il lato passionale e sensuale , l’ombra come una proiezione delle pulsioni e dei desideri più reconditi dell’anima. Il protagonista nel corso del viaggio riuscirà ad affrontare e ad accettare i demoni del suo mondo interiore per una crescita personale. Musicalmente invece il disco vira verso un rock elettronico le cui influenze principali sono Puscifer, Aphex Twin e Prodigy.
Metalinmusica – “Shadow Archetype” è il tuo nuovo album, Parlaci un po’ della sua genesi.
Jack Brain – Shadow Archetype è il mio nuovo disco ed è un lavoro che si affaccia in territori trip hop e di rock elettronico. È un album abbastanza diverso dalle mie precedenti produzioni visto l’approccio più moderno e meno legato all’alternative rock. Presenta atmosfere ipnotiche e sensuali ed è più diretto e accattivante rispetto ai miei lavori precedenti, in cui ho privilegiato maggiormente rumorismo e sonorità più cupe.
Metalinmusica – Ogni tuo album è diverso dal precedente. Non pensi che un ascoltatore potrebbe trovarsi disorientato da questo?
Jack Brain – In realtà anche se mi piace sperimentare in ogni disco sonorità differenti e mettermi in gioco, il sound è sempre riconoscibile e ci sono sempre io dietro a tutti i progetti. Adoro l’approccio di artisti come Devin Townsend, Mike Patton e Foetus, che se ne sono infischiati delle regole del mercato discografico realizzando dischi in totale libertà artistica. Sono stati un grande riferimento per me e la mia musica. Ho iniziato a scrivere da ragazzino dopo aver ascoltato “Alien” degli Strapping Young Lad ; quel caos controllato e quel miscuglio di generi mi ha colpito tantissimo e indirizzato verso uno stile libero e controcorrente.
Metalinmusica – Cosa vuole raggiungere Jack Brain adesso? Pensi che sei pronto per far uscire il tuo progetto dall’underground?
Jack Brain – In realtà non so se un’etichetta discografica si interesserà mai alla mia musica, perché sono molto testardo e amo lavorare liberamente e senza schemi. L’underground in questo senso mi dà totale libertà, ma è molto difficile raggiungere ascoltatori non pubblicizzando a dovere il tuo progetto. A me in fondo interessa solo scrivere, del resto mi importa poco.
Metalinmusica – Hai mai pensato di allargare la line-up e far diventare Jack Brain una vera e propria band?
Jack Brain – Mi piacerebbe allargare la line-up per portare il progetto dal vivo, ma per quanto riguarda il lato compositivo va benissimo così; è il mio progetto solista e voglio esprimere con esso qualcosa di molto intimo e personale. In futuro magari vorrei collaborare con altri musicisti per formare una nuova band oppure tornare a scrivere per alcuni miei vecchi gruppi come Greetings From Terronia e Insomnia Creep.
Metalinmusica – Di cosa parlano i tuoi testi?
Jack Brain – Sono quasi tutti autobiografici e parlano del mio vissuto, che è abbastanza particolare e persino turbolento in alcuni momenti. Uso un linguaggio misterioso e introspettivo per non svelare troppo, e lo stile dei testi si avvicina per certi aspetti a quello di Maynard James Keenan.
Metalinmusica – Quali sono gli artisti che hanno influenzato maggiormente il tuo sound?
Jack Brain – Il mio sound è stato fortemente influenzato da tutta la scena alternativa anni ’80 e ’90, dal post punk all’industrial per finire al grunge e all’alternative rock. Ho cercato di rielaborare il tutto in uno stile che fosse il più possibile personale, spero di esserci riuscito.
Metalinmusica – Come nasce di solito un tuo brano e chi è il compositore principale?
Jack Brain – Solitamente prendo la chitarra acustica o elettrica e le idee arrivano come flusso di coscienza, dopodiché scrivo i testi e infine registro mixando il tutto. Sono sempre io a comporre, mi occupo di tutti gli aspetti essendo polistrumentista.
Metalinmusica – Ok, le ultime parole a te. Un saluto.
Jack Brain – Grazie mille davvero per l’intervista e per l’attenzione verso il mio progetto