Holy Shire – The Legendary Shepherds of the Forest

Holy Shire – The Legendary Shepherds of the Forest

A distanza di quattro anni dall’uscita del loro album di esordio “Midgard” (Bakerteam Records, 2014), gli Holy Shire pubblicano nel 2018 il secondo album, intitolato “The Legendary Shepherds of the Forest”, scritto con differenti musicisti nella band e nuove collaborazioni. Nuovi chitarrista e flautista nella formazione hanno contribuito ad arricchire di differenti sfumature la nostra musica e la produzione artistica a cura di Masha Mysmane (Exilia) di tre brani tra cui il singolo, “Danse Macabre”, hanno caratterizzato il lavoro.

Nonostante sia un album datato , ci ritroviamo a parlarne solo adesso perchè infondo alla fine dei conti merita quel pò di visibilità che la nostra zine può dare a lavori come questi e con l’aiuto della Ghost Record vengono giustamente “riesumati” e presentati alla massa.

“The Legendary Shepherds of the Forest”, è un viaggio sonoro che affonda le proprie radici nel metal orchestrale e sinfonico con voce femminile, un album carico di idee e pieno zeppo di di ottimi arrangiamenti, che evidenziano corpo e volume.

Gli Holy Shire arricchiscono il proprio sound con riff più scuri sparsi un pò ovunque lungo il percorso ben supportato dalle parti vocali che appaiono sempre calzanti e innovative per certi versi. Danse Macabre, The Legendary Shepherds of the Forest, At the Mountains of Madness , alcune delle tracce che escono dal “mucchio” e lasciano un segno p iù indelebile , senza nulla togliere al resto del lavoro che gode oltresì di un’ottima produzione. Man mano che ci addentriamo nel’ascolto , andiamo incontro a progressioni orchestrali molto ben costruite per innalzarte l’epicità della proposta al top.

“The Legendary Shepherds of the Forest” è una proposta cangiante in bilico secondo noi tra il symphonic-gothic e il progressive metal senza escludere gli amanti del power-symphonic metal che potranno sicuramente trovare delle tracce per i loro gusti, basti ascoltare canzoni rocciose e dirette come “Princess Aries” oppure “The Lake”.

Gli Holy Shire hanno scelto un percorso dove si preferisce l’astmosfera piuttosto che la velocità grazie anche al contributo di altri strum,enmti come il flauto di Chiara e il Cello di Leonardo , ma nell’insieme la band con questo lavoro dimostrano un’ottima sinergia creando qualcosa di interessante che portarà l’ascoltatore fino in fondo senza annoiarsi ma piuttosto stuzzicare la curiosità.

Voto
7.5/10