Deadnight – Messengers of Death

Deadnight – Messengers of Death

Devo dire che non mi aspettavo questo album, e l’artwork della copertina old school e la foto dei due membri rimasti della band mi hanno fatto pensare a un album black metal, ma questo è in realtà old school, thrash molto aggressivo, quasi death- voce metal, che ricorda molto il blackened thrash della metà degli anni ’80. Questo è un genere esplorato principalmente in Europa oggigiorno, e non ero a conoscenza di troppe band americane che lo facessero.

La linea di fondo è che questo, il primo album completo della band, è un solido pezzo di thrash veloce come l’inferno, con alcune grandi esibizioni di chitarra, percussioni solide e voci aspre che vomitano veleno e si adattano bene all’aggressività e materiale ben scritto.

L’opener Buried Alive dà il via alle cose su una nota alta, il suono chiaro, ma decisamente non troppo raffinato della band è decisamente migliore dei fanatici della vecchia scuola che registrano roba nel garage della madre per quel suono extra “grezzo”. Vengono inseriti alcuni grandi riff e un lavoro melodico piuttosto impressionante.
La band può anche rallentare con notevole autocontrollo su Divine Liar (almeno nella prima metà del brano), con alcuni dei migliori riff degli Slayer al di fuori di Hell Awaits.

L’unica cosa da criticare qui è la mancanza di un vero batterista, la batteria programmata suona abbastanza bene e avrebbe potuto ingannarmi per un vero batterista, se non fosse stato per quel suono di piatti che la batteria programmata non riesce a scrollarsi di dosso. Non danneggia minimamente l’album, ma un vero batterista creerebbe un suono più pieno e più aggressivo. Tuttavia, i fan del thrash annerito della vecchia scuola con un atteggiamento dovrebbero davvero dare un’occhiata a questi ragazzi.

Voto
7.5/10